- 08/01/2023
- Posted by: Data
- Categories: Rilevatore presenze, Timbratura
Quando parliamo di timbratura ci chiediamo innanzitutto in cosa consista esattamente tale operazione, ma siamo sicuri che sono anche altre le domande che ti balzano in mente, tra le quali, quali sono i dati raccolti, e se ha senso far timbrare ancora oggi i dipendenti. Ecco perché, stando a tali dubbi, abbiamo deciso di parlarne in questo articolo.
Timbratura: cos’è e quali dati può registrare
Con il termine timbratura s’intende l’azione di imprimere un segno su un documento o un foglio e il risultato dell’azione stessa; inoltre, il verbo “timbrare” è associato al “timbrare il cartellino”, quindi all’atto di inserire un cartello nominativo all’interno di un marcatempo (o di un’altra apparecchiatura), per segnare su di esso l’orario di inizio e di fine del turno di lavoro.
Se ci soffermiamo sul termine, ovvero su imprimere un segno, di certo ci staremo chiedendo di che segno si tratti.
L’orario di lavoro
Questo è un dato di primaria importanza per le aziende, da cui nasce e si definisce la rilevazione delle presenze dei dipendenti. È attraverso la timbratura che il dipendente registra l’orario di inizio e di fine del proprio turno di lavoro. Questi momenti possono essere determinati dall’ingresso e dall’uscita dalla sede dell’azienda, oppure dall’azione di “prendersi una pausa”.
La timbratura geolocalizzata
La timbratura, oltre all’orario, può anche rilevare la posizione geografica in cui si compie l’azione. Questo dato è utile quando il lavoro si svolge fuori sede (quindi non in azienda, ma in cantiere, a domicilio, dal cliente oppure da remoto), perché permette di capire se i dipendenti si trovano nel luogo in cui sono attesi.
Ma esattamente, timbrare il cartellino cosa vuol dire?
I dizionari riportano l’accezione di timbrare il “cartellino”, un foglio di carta con il nome del dipendente, il mese di riferimento e appositi spazi dove vengono impressi l’orario di entrata e di uscita. Vediamo ora come funziona tale operazione:
- Il dipendente, quando arriva in azienda inserisce il suo cartellino in un orologio marcatempo, che imprime l’orario di entrata;
- A fine giornata il dipendente deve timbrare di nuovo il cartellino per segnare la sua uscita.
Emblematica è la scena del film “Fantozzi”, in cui il ragioniere corre verso l’orologio marcatempo per timbrare il cartellino in tempo e mantenere così il suo record di puntualità.
Timbrare il cartellino: si o no
Stando a quanto detto sopra, la risposta non può che essere positiva. Questo perché il concetto di timbratura, che ad oggi si mantiene nei moderni sistemi per rilevare le presenze dei dipendenti, è importante. Ne è un esempio il badge magnetico che sì, sostituisce il cartellino, ma mantiene lo stesso ruolo.